mercoledì 3 maggio 2017

Succo di sambuco

Si tratta di una bevanda dissetante e di gradevole sapore che ha anche l'innegabile vantaggio di essere molto salutare. In questo periodo dell'anno i fiori si trovano facilmente. Per la raccolta prediligere zone lontane da smog e inquinamento. Limitare di boschi o grandi ville urbane ad esempio.

Il Sambucus nigra (Sambuco) è una pianta utilizzata in fitoterapia per diversi usi.
Le sue principali proprietà terapeutiche sono: diuretica, antinevralgica, emolliente, lassativa o purgante, emetica, antireumatica, debolmente antinfiammatoria, stimolante la secrezione bronchiale, depurativa.

Utile quindi per infezioni delle vie respiratori, tosse, faringiti, bronchiti, riniti, stitichezza o stipsi, infezioni o infiammazioni delle vie urogenitali, cistiti, uretriti, edemi da ritenzione, dermatosi, nevralgie, necessità di depurare l’organismo.
Non si consumano né le foglie né i semi in quanto altamente velenosi per la presenza di sambunigrina, un glicoside tossico.

In molti paesi e culture, soprattutto celtiche e nordiche, esso era considerato una delle maggiori rappresentazioni della Grande Madre perché si diceva che il suo divino potere femminile scorresse nelle dure vene legnose della pianta, e la rendesse quasi un essere animato che incuteva non poco timore.
Si credeva che l’albero non fosse realmente un albero, ma una strega trasformata in albero, o un qualche simile essere inquietante e pericoloso.
Per questo il sambuco era associato all’oscurità, alla magia, alla divinazione, ma anche al viaggio verso le profondità della terra e, in particolar modo, alla morte.
Ma il sambuco non era considerato solo una porta verso la morte, ma era anche simbolo di rigenerazione e nutrimento, dato che ogni sua parte recava aiuto all’uomo contro malesseri e malattie, e le sue bacche erano fonte di cibo per gli antichi.

Fra i Germani era chiamato Holunder, che significa albero di Holda. Holda era una fata raffigurata come una giovane donna dai lunghi capelli d’oro: abitava nei sambuchi che si trovavano nei pressi delle acque di fiumi e laghi.

I contadini tedeschi rispettavano a tal punto il sambuco che, incontrandolo per i campi, si levavano il cappello. Non osavano sradicarlo e, se volevano tagliarne un ramo, si inginocchiavano davanti alla pianta con le mani giunte pregando Frau Holda di dare loro un poco del suo legno.
Sempre nelle leggende germaniche il flauto magico era un ramoscello di sambuco svuotato del midollo e i suoni che se ne traevano proteggevano dai sortilegi, come testimonia l’opera di Mozart Il Flauto Magico.
Intorno alle fortezze e ai monasteri si piantavano sambuchi per proteggere case, orti, bestiame e abitanti da serpi, mali e malie, abitudine presente anche in Bretagna, Russia e Danimarca, dove erano considerati protettori della famiglia.

In Svezia, le donne incinte li baciavano per avere una buona gravidanza.
 Si diceva anche che i ferri di cavallo, strofinati con le sue foglie, non arrugginissero.

E dopo questa passeggiata tra miti e leggende parliamo della ricetta. Per prima cosa usare fiori ben maturi; riconoscibili perché più tendenti al giallo che al bianco. Non devono essere presenti i pallini verdi che sono fiori non ancora sbocciati.
Per i limoni preferirli biologici o non trattati in superficie. E chi non ama troppo lo zucchero può sostituirlo con il miele.

Ingredienti
12 grandi fiori maturi
3 litri d'acqua
2 limoni
500 gr di zucchero

Preparazione
In un recipiente grande mettere i fiori privi di gambo e rametti, lo zucchero, il succo e la scorza dei limoni (senza la parte bianca che è amara) e acqua fino a coprire gli ingredienti. Coprire con la pellicola e far riposare per un giorno in frigorifero. Ogni tanto dare una girata per far sciogliere bene lo zucchero.
Il giorno successivo aggiungere il resto dell'acqua. Ricoprire e riposare in frigorifero.
Dopo  tre o quattro giorni (girare ogni tanto fino a completo scioglimento dello zucchero) filtrare e la bevanda è pronta da bere liscia, diluita con altra acqua o accompagnata da cubetti di ghiaccio.

Continuare a conservare in frigorifero o comunque in posto fresco e lontano dalla luce.

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